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Barbaresco. La storia, i terreni, i vini

BARBARESCO: la storia, i terreni, i vini

La Langa è terra di grandi vini, carni pregiate, tartufi bianchi, ottimi formaggi, uno dei paradisi enogastronomici più famosi al mondo. La zona di origine del Barbaresco, a pochi chilometri dalla città di Alba, è piccola: quattro Comuni, Barbaresco, Neive, Treiso e San Rocco piccola parte del comune di Alba. 700 ettari circa a Nebbiolo per un totale di 4 milioni di bottiglie annue. Sui ripidi pendii delle colline, letteralmente coperte di vigneti, si coltivano tre principali varietà: Nebbiolo, Dolcetto e Barbera. Il Nebbiolo è sempre piantato nelle posizioni migliori, dove il terreno, l'esposizione e il lavoro dell'uomo, in sinergia quasi mitica, creano la magia del Barbaresco.

Colline che guardano quelle del Roero, divise dal fiume Tanaro, incastonate tra la zona del moscato le restanti colline di Langa, Colline un tempo chiamate Barbarica Silva, che hanno visto passare imperatori romani, nobili casati e grandi personaggi, Colline che testimoniano la viticoltura da epoche antiche sino ai giorni nostri, Colline che Mauro Carosso, delegato AIS di Torino ha sapientemente illustrato nella serata organizzata dalla delegazione Tigullio – Monte di Portofino a Sestri Levante, regalando ai fortunati presenti una sorta di corso concentrato sul Barbaresco, sulla sua storia, sui suoi personaggi e soprattutto sui suoi vini.

 

 Terreni di origine Miocenica (appartiene cioè all’Era Terziaria o Cenozoico) e di formazione marina. Il suolo è costituito prevalentemente da marne calcaree, depositi sedimentari che salirono in superficie con il graduale sollevamento del fondo del mare primordiale che copriva il bacino del Po. Pur omogenea, la zona del Barbaresco si può differenziare in due parti in base ai tipi di terreno prevalenti: I terreni di Treiso, San Rocco Seno d'Elvio e Neive, a sud del centro abitato, appartengono alle "Formazioni di Lequio" (Tortoniano-Serravalliano), caratterizzate da strati di marne compatte grigie, alternati a strati di sabbia. I terreni di Barbaresco e la parte di Neive che è addossata a Barbaresco appartengono alle "Marne di Sant'Agata Fossili" (Tortoniano), caratterizzate da marne bluastre calcaree.

Attualmente si hanno 662 ettari vitati così suddivisi tra i quattro comuni: Barbaresco 233, Neive 248, Treiso 162 e Alba 37. Il Barbaresco è Doc nel 1966 e Docg dal 1980. Il disciplinare della Docg è stato modificato di recente (21 febbraio 2007).

Oltre alle tipologie Barbaresco e Barbaresco riserva, è prevista  in etichetta la menzione geografica aggiuntiva poiché  nel corso dei decenni, alcune vigne si sono distinte per la capacità di produrre uve (e vini) di particolare pregio. Fino a pochissimo tempo fa, questa distinzione era lasciata agli usi e alla tradizione orale ma dal 2007 queste MGA sono presenti in un elenco ben definito e per tutta l’area del Barbaresco sono 67.

Una vera e propria lezione magistrale quella di Mauro Carosso, che ha infine visto il suo naturale completamento nella degustazione di 7 vini.

 

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