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Birre tedesche alla Spezia!

Al termine della magnifica serata sulle birre belghe, lo scorso maggio, avevamo fatto una promessa: “Il prossimo anno organizziamo una nuova serata con un’altra birra da raccontare”. Davide Sacchi e Federico Cosentino, i bravi esperti e comunicatori di birra di AIS Liguria, sono stati di parola.

Venerdì 31 gennaio, presso l’NH Hotel della Spezia, è andato in scena un approfondimento sulla storia, la cultura e le tradizione delle birre tedesche. L’incontro si è articolato nell’assaggio di sei diversi campioni che hanno raccontato alcuni stili, filosofie produttive e diversità dei territori del variegato mondo brassicolo tedesco.

La serata ha visto anche in questa occasione una sala gremita, conferma dell’interesse e della curiosità verso una bevanda che tra i sommelier spezzini riscuote sempre grande apprezzamento. In quest’ottica, ricordiamo l’incontro di tre anni fa, nella stessa sede, con Stefano Tonarelli, patron e mastro birraio del “Birrificio del Golfo” della Spezia, o la bella visita, lo scorso inverno, a Torza, in Val di Vara, alla scoperta insieme a Elisa Lavagnini del birrificio “Taverna del Vara”.

Davide e Federico, da veri appassionati ed esperti, hanno provato a condensare la storia e le origini del fare birra in terra tedesca. Quindi una sbirciatina ai territori e ai Land; poi il racconto dei personaggi che, nel corso dei secoli, hanno dato lustro, impulso e diffusione a questa bevanda: dalla Monaca Benedettina Hildegard von Bingen a Guglielmo IV di Baviera che nel 1516 emanò “l’editto di purezza”, per arrivare a Joseph Groll, al quale si deve la nascita della Pilsner nel 1842.

Successivamente il racconto si è focalizzato sugli ingredienti e sugli stili di produzione delle birre, per approdare infine alle birre in degustazione.

La birra che ha aperto gli assaggi è stata una Gose di Lipsia, la Bayerrischer Bahnhof Brauhaus, dal volume alcolometrico di 4,5%. Birra di frumento ad alta fermentazione che presenta schiuma bianca, pannosa, abbastanza persistente. Il colore è giallo dorato opalescente. Tra i profumi avvertibili scorgiamo frutta a polpa bianca acerba, con ricordi di mela verde, oltre sentori agrumati di pompelmo e di fresca speziatura di coriandolo. Olfatto netto, pulito, facilmente riconoscibile. All’assaggio si rileva un corpo esile, poi una sensazione di morbidezza che dona anche percezioni saporifere di tendenza dolce. Ma è  all’assaggio che troviamo grande piacevolezza e appagamento, soprattutto per la sua ricchezza di salinità e acidità, che la rendono dissetante e beverina.

La seconda birra in degustazione è una Kellerbier della Franconia. La UR Lager Brauerei Knoblach è una lager a bassa fermentazione, non filtrata e non pastorizzata, dal volume alcolometrico di 5,3%. Birra artigianale che mostra una bella schiuma bianca e abbastanza compatta. L’aspetto evidenzia un colore giallo dorato pallido che vira verso un giallo ambrato. Ma è al naso che troviamo le prime piacevoli sorprese: sentori maltati che ricordano il “pane liquido”, il pane Carasau, la crosta di pane e una tenue e intrigante nota mielata. Poi in bocca ancora emozioni: birra poco carbonata ma abbastanza cremosa. Si avverte una nota mielosa che ancora ritorna per terminare in una gradevolissima amaricatura. Una birra nobile e fine. Birra beverina ed estiva, da consumare come se non ci fosse un domani.

Da gustarsi come aperitivo prima di un pasto, ottima per stimolare l’appetito.

Arriviamo a Colonia, nel birrificio più importante della città. Ecco la Früh Kölsch, della Colner Hofbrau Joseph Fruh. La terza birra è di stile produttivo kolsch, alta fermentazione, a base di orzo, non filtrata ma lagherizzata come ci suggerisce Federico, per come strizza l’occhio ad una birra a bassa fermentazione.

L’aspetto visivo è di una schiuma esile e di un bel giallo paglierino intenso. All’olfatto si rilevano profumi sottili ed eleganti, con sensazioni pulite, ben delineate: caramella d’orzo, un floreale di acacia e una fine nota di miele. All’ingresso in bocca, la sensazione maltata di cereali e di orzo è quella che arriva per prima. Poi una tendenza dolce mielosa di millefiori, per concludersi in un lungo piacevole finale amaricante. Birra da accompagnamento gastronomico. Probabilmente un bratwurst semplicemente cotto a bagnomaria e servito con senape dolce e un brezel potrebbero essere il suo felice accompagnamento.  

Con la quarta birra arriviamo a Bamberga, Franconia, con una Heller Brau. La Aecht Schlenkerla Rauchbier è una birra a bassa fermentazione, caratterizzata dall’affumicamento dei malti. Il visivo ci offre un limpidissimo colore testa di mogano e un sottile, denso e vellutato cappello di schiuma di colorazione che tende al ramato. Il naso è una meraviglia di note evolute di affumicatura, dalle quali emergono profumi di grafite e cuoio.

Il sorso entra delicato, quasi in punta di piede, morbido poi un esemplare equilibrio sapido e fresco.  Finale delicatamente amaricante che ha la capacità di lasciare la bocca assolutamente pulita. Birra da proporre con un crostino di salmone affumicato o con un’insalata di aringhe affumicate e patate.

È una dunkel weizen bavarese tipica di frumento ad alta fermentazione la quinta birra in degustazione. La Schneider Weisse Brauerei si presenta con un abbondante, persistente, fine e compatto cappello di schiuma bianca. Birra scura dal colore ramato e dai profumi esotici dai quali emerge l’aroma di banana fresca, quasi verde e acerba. Ma è altresì rilevabile la nota speziata di chiodi di garofano e cannella e un delicato floreale.

All’assaggio emerge da subito il suo equilibrio tra le sue componenti dolci e fresche. Tipica sensazione di queste birre da frumento che tendono a dare sia una morbidezza mai stucchevole sia una sensazione rinfrescante e pulita nel finale. Birra ancestrale. Da accompagnarsi a spezzatini di carne speziati.

Si arriva alla conclusione degli assaggi. E torniamo in Franconia, ma nel suo territorio più in alto, a Kulmbach, con una birra dallo stile Eisboch. La Erste Kulmbacher Aktienbrauerei  è una birra dai malti tostati che presenta una schiuma abbondante e compatta, ma non particolarmente persistente, con tonalità che virano al beige. Il colore si presenta con un vestito impenetrabile marrone scuro, con sfumature di rosso rubino.

Al naso profumi fruttati di uva passita, prugna, ciliegia e tamarindo. Profumi evoluti che richiamano il marzapane o la crosta di pane di segale, e una leggera speziatura di pepe nero. In bocca entra calda, di un generoso equilibrio gustativo. Finale persistente di liquirizia.

Birra da meditazione, da sorseggiare con un pezzetto di cioccolata fondente o eventualmente da abbinare con dessert.

 

La serata si conclude con una nuova promessa. Quale sarà la prossima birra che Davide e Federico ci presenteranno?

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