Superate le suggestive Colline del Sole, tra boschi di pini marittimi e macchia mediterranea, raggiungiamo la collina di Sarticola, dove, lungo pendii che digradano dolcemente, si distendono, silenziosi e assolati, i vigneti del cuore della Doc Colli di Luni.
Uno dei tredici appezzamenti de “La Pietra del Focolare”, azienda nata nel 1997 nel comune di Ortonovo, è proprio qui. La vista è mozzafiato. Siamo a 270 m s.l.m.; sotto si allunga la Piana di Marinella, orlata da un lungo litorale sabbioso sorvegliato e protetto a ovest dal Promontorio del Caprione. In lontananza il serpeggiare del fiume Magra. Di fronte, solo il grigio-azzurro del mare.
“È bello lavorare la vigna qui, nelle belle giornate di sole.” ci dice orgoglioso Stefano Salvetti, l’artefice agronomico ed enologico degli splendidi vini di questa piccola azienda, che conduce insieme alla moglie Laura Angelini.
E dopo poco capiamo i valori che guidano questa famiglia, della quale si apprezzano da subito la riservatezza, la pacatezza e l’umiltà. Stefano e Laura, curiosi sperimentatori delle potenzialità delle proprie uve, sono sempre alla ricerca di un vino che ogni annata sia il più possibile espressione autentica del territorio in cui nasce, con un approccio sincero e puro di vignaioli ispirati.
“Garbati e decisi” li ha definiti Marco Rezzano, in una sintesi che li descrive perfettamente. E amanti della bellezza, quella del vivere lento, quella che ti fa piantare delle rose per abbellire un vigneto che non vede il mare, quella che ti spinge a lavorare la vigna con il sorriso, assaporando i profumi, i suoni, i colori che la natura regala. Scopriremo più tardi che i loro vini sono la traduzione della loro anima.
Su queste vigne in località Sarticola, esposte a sud, il terreno è sciolto e composto prevalentemente da scisto e galestro rosso sgretolato dal tempo; è una zona siccitosa e le piante non portano più di due grappoli. Qui si produce il vermentino "L’aura di Sarticola" (400 bottiglie), il cui appellativo gioca sul nome della proprietaria e del vento marino che per gran parte della giornata accarezza o sferza le piante.
Altre due microzone poco sotto, in località Sarticola-Bacchiano, anch’esse fronte mare, concorrono alla produzione del vermentino "Solarancio" (5000 bottiglie). Nei vigneti in gestione, sempre esposti a sud, ma ad un’altitudine di 20 m s.l.m., oltre al vermentino vengono coltivati i vitigni ansonica, trebbiano e malvasia; l’uva ansonica ha buccia consistente e si presta all’appassimento: una settimana prima della vendemmia circa mille grappoli vengono scelti per divenire uva passita. è un appassimento naturale, grazie all’aria di mare che passa attraverso i mattoncini del fienile dove vengono appesi. Il resto dell’ansonica e gli altri vitigni costituiscono l’uvaggio del "Vigna delle Rose" Liguria di Levante IGT (3000 bottiglie).
In località Becco, nell’estremo lembo di Liguria, quasi al confine con la Toscana, in zona collinare, su terreni misti di galestro e medio impasto argilloso, Stefano coltiva vigne di 80 e 90 anni disposte a giropoggio, che non lavora e non concima; viene praticato solo lo sfalcio dell’erba e le rese sono bassissime, 40 quintali per ettaro. Qui nasce il vermentino "Villa Linda", un vino molto amato dalla figlia. La stessa zona, con esposizione sud-ovest, a 50 m s.l.m., è il terroir della "Merla del Becco" Doc (400 bottiglie); a sud-est, a 80 m di altitudine, quello del "Saltamasso" Doc (200 bottiglie), entrambi con suoli argillosi.
Sette ettari, sette etichette, 30.000 bottiglie annue, in regime di viticoltura convenzionale, ma le scelte agronomiche di Stefano Salvetti sono tutte volte al rispetto della natura. “è difficile il biologico nelle zone dei vigneti bassi, dove c’è molta umidità… Non tutti i terreni e le esposizioni sono adatti alla viticoltura biologica: bisogna adattarsi alla vocazione della zona. E poi è meglio fare cinquanta passaggi col trattore per spargere il rame o due soli trattamenti mirati?" Da poco l’azienda, nelle zone più difficili da raggiungere, sta usando un macchinario che sfalcia, secca l’erba e la restituisce al terreno e da sempre le concimazioni sono tutte naturali. Peraltro i loro vini hanno percentuali bassissime di solforosa.
Dalla collina di Sarticola ci spostiamo in pianura, nella cantina di Isola di Ortonovo. è collocata nei fondi di una bella costruzione rurale, sapientemente restaurata, ma che conserva l’aspetto e il fascino di una casa contadina. E qui, durante la degustazione, le scelte enologiche dell'azienda sono l’occasione per importanti riflessioni.
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