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LA TAVERNA DEL VARA E LE SUE BIRRE ARTIGIANALI

Siamo a Torza, frazione del Comune di Maissana, nell’Alta Val di Vara. Lungo la strada troviamo ancora gli avanzi dell’ultima nevicata. Il paesaggio è splendido come il sole che oggi ci regala il suo calore. Nonostante ciò, è il freddo che la spunta e ci affrettiamo ad entrare.

Elisa Lavagnino, mastro birraio della Taverna del Vara, ci accoglie con un grande sorriso e tanta simpatia. Ci accomodiamo ai tavoli all’interno di quello che era il vecchio laboratorio di famiglia. Qui aveva sede l’azienda del nonno che produceva vino e bevande, tra cui la famosa gazzosa Baracchina.

La temperatura rimane coerente con l’esterno e rimaniamo adeguatamente coperti, seduti sulle panche ad ascoltare Elisa. Inizia il racconto e subito emerge la sua grande passione. Il fervore delle sue parole ci basta a scaldarci anima e corpo. E rimaniamo incantati.

LA STORIA

La Taverna del Vara nasce nel 2015, la produzione prende avvio nel 2016. Oggi, dopo tre anni, la produzione è passata da 1200 litri a 3000 litri. La decisione di fare la birra nasce dalla determinazione e intraprendenza di Elisa che ha voluto recuperare l’azienda del nonno, ma soprattutto dalla volontà di fare qualcosa per la sua terra, utilizzando e valorizzando i prodotti coltivati in Val di Vara. Aiutata dai suoi amici, dalla famiglia, e accompagnata dai consigli del “Piccolo Birrificio Clandestino” di Livorno, è riuscita a realizzare il suo sogno, un progetto tanto affascinante quanto audace.

LA FILOSOFIA

La birra viene intesa come prodotto agricolo, dove ritrovare una storia fortemente radicata alla propria terra e alle sue tradizioni. Elisa parla con semplicità ed entusiasmo e nonostante sia molto giovane ci dimostra quanto sia forte l’attaccamento al territorio. La sua idea è quella di avere una propria filiera di produttori tra Val di Vara e Lunigiana per procurarsi materie prime “territoriali”. Già ci sono 300 piante di luppolo piantate in azienda. A febbraio arriverà il farro. E sta partendo l’idea di una filiera per la maltazione, che attualmente viene svolta in Austria.

LA BIRRA

Come ci spiega Elisa la formula per fare la birra è semplice.” ...la birra è fatta di acqua e lievito, poi si aggiungono malto e luppolo; l’acqua deve essere buona, ed è importante il lievito che si usa...”

I lieviti li acquista in Francia. L’acqua è quella di Torza. I malti che utilizza sono di tre tipi a cui si aggiungono Grano di Suvero e il Farro della Lunigiana. Per i luppoli usa quelli americani tranne in due birre, nella Casta e nella Suvero, per le quali usa i propri.

LE MATERIE PRIME

Facciamo un vero e proprio “tasting” passando in rassegna i bicchieri che contengono i grani e ne osserviamo i colori e i profumi. Per conferire caratteristiche particolari alla birra artigianale finita, il mercato brassicolo offre un’ampia scelta di malti speciali oltre ai malti base.

- Malto PALE è un malto base, di colore chiaro, pallido, che viene generalmente usato per brassare birre ad alta fermentazione. Al naso produce classiche note di crosta di pane.

- Malto CRYSTAL è un malto speciale, di colore più dorato, fa una maltazione più lunga e dona alla birra un colore ambrato, ramato, usato fino al 5% del peso del malto totale. Al naso profuma di biscotto.

- Malto CHOCOLATE è un malto tostato, di colore scuro, è l’ultimo entrato nella produzione, usato nella CASTA (birra alla castagna), dà un tipico colore bruno alla birra e un aroma che richiama il cioccolato e il tostato-caffè. Lo sentiamo anche al naso!

Farro della Lunigiana e Grano di Suvero vengono anch’essi usati per produrre A TURE e SUVERO.

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